BALI, INDONESIA
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I templi - L'isola degli dei
Bali è definita “l’isola degli dei”.
Io ci sono stata e me ne sono innamorata all’istante quindi aggiungerei che è “l’isola dei sorrisi”, “l’isola della natura”, “l’isola dei profumi”.
Bali è una delle isole dell’arcipelago indonesiano e, dall’atterraggio nella caotica Denpasar in poi, è un crescendo di emozioni.
La religione del posto è l’Induismo Balinese, una forma di Induismo particolare che unisce anche tratti di Animismo locale, il culto degli antenati, e tratti legati al Buddismo.
In quest’ottica ho visitato alcuni fra i templi più famosi di Bali, all’interno dei quali il tempo sembra rimanere sospeso e, pur non facendo parte di quella religione, si viene coinvolti nello spirito che la anima, nella continua lotta fra bene e male e nella continua ricerca di un equilibrio fra le due forze contrapposte.
Il Tempio Madre Besakih si trova alle pendici del monte Agung, a 1000mt di altezza ed è formato da 23 templi diversi posti a terrazza. Durante la mia visita si sono svolte numerose funzioni all’interno delle quali non si può essere presenti ma se ne può comunque respirare l’aria di festa.
Il Tirta Empul Holy Water si trova invece su una sorgente del fiume Pakerisan e all’interno di questo grandissimo tempio è possibile per tutti, turisti compresi previa autorizzazione, compiere il percorso del bagno rituale purificante nelle acqua sacre della sorgente attraverso vasche collegate fra loro.
Non posso non indicare fra i templi visitati due templi più piccoli ma splendidi: il primo è l’Ulun Danu Temple, il tempio sul Lago Bratan, contornato da splendidi giardini molto ben curati. Il secondo è il Tempio di Tanah Lot, abbarbicato su una scogliera in mezzo al mare, raggiungibile solo nei momenti di bassa marea e comunque percosso incessantemente dalle onde che vi si infrangono contro; in una grotta davanti al tempio i monaci tengono dei serpenti marini che si dice salvaguardino il tempio dagli spiriti del male e dagli intrusi.
Bali non è però solo templi ma molto altro.
Ci si può fermare a fare una foto ricordo presso l’Handara Gate, forse la porta più fotografata di tutta l’isola.
Terrazze di riso
Si può rimanere anche ore a rimirare le famosissime Rice Terrace a Tegalalang, con tutte le sfumature di verde che in esse si raccolgono e con il sistema subak di gestione delle acque in canali e dighe collegati fra loro. Qui si può passeggiare in mezzo alle risaie, guardarle dall’alto, rimirarle mentre ci si dondola su un’altalena sospesa nel vuoto e poi ci si può fare una passeggiata di qualche minuto e arrivare in un centro di produzione e vendita di spezie profumatissime e di degustazione di vari tipi di caffè fra i quali il più costoso e “prelibato” caffè al mondo, il Kopi Luwak, ottenuto dopo una lenta lavorazione dei chicchi di alcune bacche che sono state ingerite e digerite solo in parte prima di essere defecate dallo zibetto, un simpatico animaletto presente ovunque a Bali che potrete prendere in braccio e coccolare prima che si affezioni in modo convulsivo ai vostri capelli senza volerli più lasciare andare, come è successo a me.
Sì, lo so, direte a voi stessi che avete appena bevuto un “pupù-caffè” ma alla fine dell’esperienza, anche se magari non la vorrete replicare, ne dedurrete che non è poi così male.
Cascate
Bali è anche piena di cascate immerse nella vegetazione: io personalmente ho visitato le Tegenungan Waterfall, al mattino presto, immerse nella luce del sole che stava salendo all’orizzonte: uno spettacolo indimenticabile. E poi mi sono divertita a fare rafting in uno dei tanti centri lì vicino, sul Telaga Waja River: due ore di discesa in gommone fra non impegnative rapide e dislivelli.
Bali
Bali è quindi soprattutto natura fatta di un verde impressionante e di tutte le sue sfumature, fatta di colori e fatta di profumi dei suoi fiori e delle sue piante, soprattutto del frangipane che accompagnano ogni escursione ma non posso non menzionare uno dei centri più vivi e colorati che ho visitato: Ubud, dove è possibile visitare la Foresta Sacra delle Scimmie passando una mezza giornata nel loro santuario ad osservare i primati liberi che sono i veri padroni del posto, in tutto e per tutto, liberi anche di uscire dalla foresta stessa dato che sono considerati animali sacri e quindi intoccabili.
A Ubud ci sono anche mercatini coloratissimi di artigianato locale, negozi per tutti i gusti e una serie di locali e di warung (ristoranti del posto) infinita dove poter trascorrere una serata: ne cito due che mi sono piaciuti particolarmente, l’Ibu Susu Bar & Kitchen dove godersi un buon cocktail e mangiarsi un buon piatto e il Kubu at Mandapa, un indimenticabile ristorante posto all’interno del Ritz Carlton Hotel di Ubud del quale vi parlerò meglio nel mio blog riguardante il cibo.
Non posso non nominare alla fine di questo mio resoconto di viaggio la persona che con la sua gentilezza, con il suo sorriso e con la sua pazienza mi ha fatto assaporare la vita di Bali in tutta la sua essenza, la mia super guida locale Nenga Saja.





