Texas, America
Texas, the Lone Star State
Il nostro è stato un viaggio on the road e abbiamo scelto il Texas per la passione di mio marito per il BBQ.
Martina è stata la nostra consulente viaggi che ci ha aiutati a organizzare il nostro viaggio tenendo conto del tempo a disposizione, del budget e di ciò che avevamo in mente di vedere; ci ha seguiti dal volo al rent a car, alla prenotazione degli hotels nelle varie tappe così da fare in modo che per noi ci fosse solo un punto importante: goderci il viaggio. E l’esperienza è valsa la pena, malgrado le temperature “abbastanza” elevate del mese di agosto.
Siamo atterrati a Houston, città che, per la verità, non ci ha entusiasmati molto nel suo insieme. Da lì abbiamo ritirato la nostra auto e il giorno dopo siamo partiti per Dallas alloggiando a Fort Worth che dista pochi chilometri. Dallas è una città vera e propria, con grattacieli e alcuni siti interessanti quali il West End Historic District e la celeberrima Elm Street (dove è stato ferito il presidente J.F.Kennedy che qui ha perso la vita), il vicino Fair Park, la Reunion Tower e la Thanksiving Square ma abbiamo cominciato a sentire aria di Texas nella vicina Fort Worth, con lo Stockyard District e la sua traversata serale del gregge di Longhorn dalle corna enormi, con i saloon e i negozi country tra i quali vorrei annoverare un negozio di stivali da cowboys all’interno del quale un’intera parete è occupata da raccoglitori antichi contenenti ognuno le misure esatte dei clienti che si sono fatti fare nel corso degli anni gli stivali su misura.
Non posso non ricordare l’”H3 Ranch” dove abbiamo cenato con le prime ribs del viaggio e con dei bicchieri di birra che ci hanno poi accompagnati per tutto il resto della vacanza: sono come delle enormi coppe conservate in freezer e riempite di birra ghiacciata che hanno costituito per tutto il tempo la nostra delizia quotidiana.
Dopo Dallas ci siamo spinti parecchio al nord fino ad Amarillo, non del tutto indimenticabile se non per alcune cose ben distinte: una parte della mitica Route 66 che da lì passa, l’”American Quarter Horse Hall of Fame & Museum” che è un vero e proprio tempio dedicato alla razza di cavalli quarter all’interno del quale sono annoverati tutti i nomi dei grandi campioni e tutte le imprese nelle quali l’uomo è stato aiutato nel corso dei secoli da questi splendidi animali, il Cadillac Ranch che, sperduto in mezzo al nulla, non è altro se non un insieme di 10 Cadillac degli anni compresi fra il 1940 e il 1959 piantate esattamente nel terreno in senso verticale, una a fianco dell’altra. Sono tutte colorate con bombolette spray che ognuno si può portare per finire di contribuire all’”opera d’arte”. Oltre a questo c’è un piccolo museo molto particolare che ci è stato segnalato da Martina prima di partire e che è conosciuto da poche persone tanto che ci è stato chiesto come fossimo riusciti ad arrivare fino a li’: è l’”RVs Museum” che si trova, per la verità parecchio nascosto, all’interno di un concessionario RVs (conoscete RVs? I mitici motorhome americani!). Ci sono raccolti in due sale motorhomes di epoche diverse, dal 1930 al 1970, perfettamente conservati e arredati, donati dai vari ex proprietari: una cosa insolita, interessante e divertente da vedere. Detto questo come dimenticare ad Amarillo la visita al “Big Texas Steak Ranch”, un saloon di notevoli dimensioni dove ogni sera è possibile partecipare alla sfida del “mangia la bistecca da 2kg in 1 ora e se ci riesci è regalata”: non ci abbiamo provato ma è stato divertente guardare. Da qui siamo ripartiti alla volta di due città veramente belle: Austin con il suo State Capitol, la Congress Ave con il ponte sotto al quale vive una colonia immensa di pipistrelli che ogni pomeriggio, al tramonto, prende il volo e con la vicina Hill Country fatta di paesini pittoreschi che la collega alla bellissima San Antonio con l’incredibile River Walk, un canale interno percorribile sia a bordo di barche che a piedi, con alberi rinfrescanti anche durante le parti più calde della giornata e locali su entrambe le rive che di sera si affollano sempre di più. Qui abbiamo cenato in un ristorante, “Boudro’s” dove abbiamo scoperto che il simpatico gestore che si è fermato a parlare parecchio tempo con noi è italiano, dell’Isola d’Elba, e dove il nostro cameriere mi ha insegnato a fare il guacamole (la salsa messicana di avocado) perfetto, facendolo davanti ai nostri occhi e rispondendo a tutte le mie domande sui vari ingredienti usati.
Dimenticavo una menzione su Austin: due posti particolari dove passare del tempo a rinfrescarsi dalla calura. Il primo è la Hamilton Pool che si trova a circa 40km dalla città, con ingresso a prenotazione e con una lunga camminata da fare che stancherà un po’ ma che vale la pena intraprendere per arrivare in questa piscina naturale creata dopo il crollo della cupola di un fiume sotterraneo data dall’erosione di millenni di anni: sono presenti cascatelle di acqua gelida, stalattiti e tartarughe d’acqua che fanno capolino ogni tanto a pelo d’acqua e l’ingresso è consentito solo se le condizioni chimiche dell’acqua lo permettono essendo monitorate giornalmente per il mantenimento di un giusto equilibrio chimico. La seconda, la Barton Springs Municipal Pool si trova invece all’interno dello Ziker Park di Austin ed è una piscina artificiale riempita con le acque delle vicine sorgenti naturali: intorno ci sono prati dove stendersi a prendere il sole e, credetemi, vista la temperatura dell’acqua limpidissima ma estremamente fredda, malgrado il caldo ne avrete comunque bisogno.
Dopo tutti i chilometri macinati Martina ci ha prenotato poi tre giorni di mare rilassante a Corpus Christi dove abbiamo visitato la portaerei USS Lexington, varata nel 1943 e ora “in pensione”, la grandezza della quale mi ha veramente sorpresa, dove ci siamo avventurati sulle spiagge lunghissime del South Padre Island, dove abbiamo mangiato delle ostriche incredibilmente grandi e succose e dove abbiamo visitato i Moody Gardens nella vicina Galveston: tre piramidi di vetro nelle quali sono compresi un museo, una serra tropicale e un acquario.
Il Texas è proprio come lo si immagina: uomini con cappelli e stivali da cowboys in ogni momento della giornata, spazi sterminati di paesaggi desertici e posti eleganti e particolarmente piacevoli come Austin e soprattutto San Antonio.
Per finire è stato davvero così: BBQ ovunque, in grandi ristoranti o in saloon o in piccoli posti fuori mano come a Lockhart dove ci siamo fermati solo ed esclusivamente perché si dice sia “il regno incontrastato del BBQ fatto ad arte”, nomea del tutto meritata.
Quindi, qualora vogliate avventurarvi da queste parti….ricordate: ”Don’t mess with Texas “ and enjoy!